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Il Pavese tra le due guerre: Franco Magnani, coraggioso alpino medese

  • Paola Montonati

franco magnani lapide casa medeA Mede, nella via che conduce alla chiesa della Santissima Trinità, si trova una targa, che ricorda come la cittadina lomellina abbia dato i natali ad uno delle figure più importanti delle penne nere…

Franco Magnani nacque  a Mede il 9 marzo 1909 , diplomatosi in ragioneria,  frequentò la Scuola reclutamento ufficiali di complemento a Milano, fu  nominato sottotenente nel giugno 1929 ed assegnato al 4° reggimento alpini.

Richiamato nel 1930 ed inviato in Tripolitania, prestò servizio nel VI battaglione libico e nel VII gruppo sahariano poi, nominato tenente per  anzianità il 1 marzo 1935, dalla Libia partì per l’Africa Orientale con il primo reggimento di fanteria coloniale e partecipò al conflitto etiopico al comando di un plotone mitraglieri.

Franco tornò con la Divisione Libia in Tripolitania nel luglio 1937, alcuni mesi dopo giunse in patria e, dopo il trasferimento per meriti di guerra, fu destinato all’8° reggimento alpini della Divisione Julia.

Nell’aprile 1939, al comando della 70° compagnia del battaglione Gemona, sbarcò in Albania e il 1  gennaio 1940, benché ancora tenente, fu  chiamato a ricoprire l’incarico di aiutante maggiore in 1° dell’8° reggimento alpini.

Il 28 ottobre dello stesso anno venne inviato sul fronte greco-albanese al comando della compagnia d’assalto della Julia, compagnia speciale formata di elementi volontari scelti da lui stesso. Gravemente ferito ad una gamba nel secondo giorno di guerra Franco torno in Italia a novembre e, dopo una lunga degenza all’Istituto Rizzoli, riprese servizio al deposito dell’8° reggimento alpini. Promosso capitano per anzianità il 1 marzo 1941, il 7 agosto 1942 partì per la Russia al comando della 12^ compagnia del battaglione  Tolmezzo e il 1 novembre fu  nuovamente nominato aiutante maggiore dell’8° reggimento alpini.

Durante le marce di ripiegamento dal Don fu catturato dai russi il 22 gennaio 1943 a Novo Georgewka coi pochi superstiti del reggimento e, dopo undici lunghi anni di persecuzioni, condanne, carcere, lavori forzati e campi di punizione, giunse in Italia nel febbraio del 1954.

Dato che era stato promosso maggiore per anzianità il  28 dicembre 1942, Franco divenne tenente colonnello per anzianità il 1 gennaio 1955, rientrò nei ranghi della nuova Julia ove tenne il comando prima del battaglione Feltre e poi del battaglione Gemona da lui ricostituito.

Promosso colonnello nell’ottobre 1956, comandò il 7° reggimento alpini prima, poi la Scuola Militare Nunziatella e, nominato generale di Brigata, il 15 dicembre 1961 assunse il comando della Brigata alpini Taurinense e dall’ottobre 1964 venne trasferito al Comando Regione Militare Nord Ovest. 

Ricevette la medaglia al valore con questa motivazione “Magnifica figura di ufficiale e di combattente, già ripetutamente distintosi per l’incrollabile fede e l’eccezionale sprezzo del pericolo – specie in una difficile e delicata operazione di guerra precedente alla cattura – durante la lunga prigionia sfidava a viso aperto minacce e sevizie, punizioni e condanne, tenendo alto e immacolato il nome di soldato e di italiano. Impavido nell’affrontare mortali sofferenze, tenace nel sopportarle, indomabile contro la persecuzione del nemico e l’avverso destino, dava prova di elevate virtù militari ed esempio sublime di incorruttibile onestà, di onore adamantino. Per il suo dignitoso contegno di assoluta intransigenza con le leggi del dovere guadagnò il martirio dei lavori forzati. Dimostrò così che si può anche essere vinti materialmente e restare imbattuti, anzi vittoriosi, nel campo dell’onore. – Guerra di Russia, 1942 -1954”

Franco Magnani morì a Torino il 1 marzo 1965 per le conseguenze di un incidente stradale e la sua tomba si trova nella cappella di famiglia del cimitero di Mede.

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