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Pavia al cinema: Fantasma d’amore

  • Paola Montonati

fantasma amoreIl gotico incontra la città di Pavia, con i suoi monumenti, come il Duomo e il Ponte Coperto, in Fantasma d’amore, film del 1981 che Dino Risi, re della commedia all’italiana, trasse dall’omonimo romanzo dello scrittore che raccontò il Pavese per un secolo con romanzi, saggi e racconti, Mino Milani….

Cast

Marcello Mastroianni, Romy Schneider, Julian Beck, Wolfgang Preiss, Raf Baldassarre.

Trama

Nino Monti, un commercialista che da sempre vive  e lavora a Pavia, incontra durante un viaggio in  autobus una donna amata nella giovinezza, Anna Brigatti, che gli appare del tutto sfiorita e disfatta.

L’uomo rivede in seguito Anna nei momenti che seguono  un efferato delitto ma, da un amico dottore, viene a sapere che la donna è morta di cancro da tre anni, dopo aver sposato il conte Zighi ed esser andata a vivere a Sondrio.

Nino decide di andare a Sondrio per parlare con il conte e in quei luoghi rivede Anna ancora giovane e bella.

I due innamorati concordano un appuntamento sulle rive del Ticino, nei luoghi del loro amore giovanile, ma per un banale incidente Anna affoga e Nino la rivedrà ancora, vecchia e disfatta, a Pavia, dove ancora una volta sparisce nelle acque del Ticino.

Alla fine Nino si convince di aver incontrato un fantasma e si ricovera in una casa di cura ove ricompare Anna giovane, come un'infermiera che è l'unica in grado di capirlo.

Mino Milani, scrittore pavese

Guglielmo Milani,  detto Mino, nacqua a Pavia il 3 febbraio 1928, di famiglia benestante, fu avviato agli studi liceali per poi proseguirli nella facoltà di medicina dell'ateneo pavese, con l'obiettivo di continuare la professione dei due zii materni, entrambi affermati medici.

Grazie ai buoni uffici del padre Carlo, all'epoca sindaco di Pavia, fu contemporaneamente accettato come praticante nell'istituto di anatomia annesso al policlinico cittadino.

In breve tempo Milani capì che la professione medica non faceva per lui e, dopo aver assistito a una lezione sul Medioevo, decise di iscriversi alla facoltà di lettere.

Dopo la laurea in lettere moderne nel 1950, con una tesi sul brigantaggio nelle Calabrie, basata sul carteggio del concittadino Gaetano Sacchi, che divenne più tardi la base del suo Romanzo militare, fu assunto nella Biblioteca Civica di Pavia, divenendone direttore e lavorandovi fino al 1964.

La sua attività di giornalista e scrittore iniziò nel 1953 con collaborazioni al Corriere dei Piccoli, diretto da Giovanni Mosca, poi trasformatosi nel Corriere dei Ragazzi, del quale Milani divenne il fondatore, il redattore e l'autore più prolifico, e a cui collaborò fino al 1977.

Tra i suoi libri per ragazzi ci sono i volumi dedicati alle avventure del cow-boy Tommy River, di Martin Cooper e le collaborazioni con i più importanti disegnatori italiani, come Hugo Pratt, Milo Manara, Grazia Nidasio, Mario Uggeri, Aldo Di Gennaro, Dino Battaglia, Sergio Toppi e Attilio Micheluzzi.

Terminata la collaborazione con il Corrierino, tenne su La Domenica del Corriere la rubrica La realtà romanzesca e assunse la direzione di La Provincia Pavese, che lasciò ben presto per dedicarsi alla scrittura di romanzi e, soprattutto, di saggi e biografie di argomento storico.

Molto notevole fu anche la produzione di genere fantasy per adulti, della quale occorre citare Fantasma d'amore, trasposto nell'omonimo film da Dino Risi, e Selina, dal quale Carlo Lizzani trasse lo sceneggiato televisivo La trappola.

Ebbe anche un nuovo approccio al genere poliziesco con i gialli storici incentrati sulla figura di Melchiorre Ferrari, commissario dell’Imperiale Regia Delegazione di Polizia del Lombardo-Veneto e ambientati nella Pavia di metà Ottocento.

Ci furono anche i libri sulla storia di Pavia, le biografie di Giuseppe e Anita Garibaldi, parte di un percorso risorgimentale che era iniziato nel 1971, con la ricostruzione della Battaglia di Solferino e San Martino, firmata con lo pseudonimo di Stelio Martelli nell'edizione originale e riedita, quasi quarant'anni dopo, con una corposa appendice curata dall'Associazione Storica Medolese.

Vincitore di numerosi premi letterari, in occasione dell'ottantesimo compleanno, venne celebrato a Pavia con la mostra Le mani di Mino, curata da Grazia Nidasio e dal MUF, che raccontava le tappe più significative della sua sterminata produzione letteraria e fumettistica.

Per la sua opera di storico, nel 2011 il Comune di Medole conferì a Milani la cittadinanza onoraria.

Nel 2019 gli fu dedicata l'intera edizione del Festival di letteratura per ragazzi La vallata dei libri bambini.

Milo Milani mori il 10 febbraio 2022, a  94 anni, nella sua casa di piazza San Pietro in Ciel d'Oro, nel cuore di Pavia, dove aveva vissuto per tutta la vita.

Il suo archivio è conservato al Centro per gli studi sulla tradizione manoscritta di autori moderni e contemporanei dell’Università di Pavia.

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