Pavia al cinema: Aquile randagie
Girato nell’estate 2018 tra Milano e Pavia, con la chiesa del Carmine a fare da sfondo ad alcune delle scene principali dei film, Aquile randagie racconta la storia di un gruppo di giovani che, negli anni del fascismo, portarono i valori degli scout in Italia, grazie anche al prezioso sostegno di Teresio Olivelli, il ragazzo di Zeme che divenne poi beato….
Cast
Ralph Palka, Alessandro Intini, Teo Guarini, Anna Malvaso, Romeo Tofani, Marc Fiorini, Marco Pratesi.
Trama
Le Aquile Randagie sono un gruppo di scout di Milano e Monza, tutti in età compresa tra i 14 e i 20 anni, che alla fine degli anni Venti decidono di ribellarsi alla decisione del Duce di chiudere tutte le associazioni giovanili.
Guidati da Andrea Ghetti e Giulio Cesare Uccellini, detto Kelly, i giovani continuano le attività scout in maniera clandestina, per mantenere la Promessa, cioè quela di aiutare gli altri in ogni circostanza.
Il fascismo li perseguita fino ad arrivare a pestare a sangue Kelly, che diventa sorda da un orecchio ma, nonostante gli ostacoli e le violenze, le Aquile non si fermano.
Dopo il 1943, i ragazzi creano un movimento scout clandestino che sostiene la resistenza fino alla fine della guerra.
Insieme ad alcuni docenti del collegio San Carlo di Milano, le Aquile Randagie entrano a far parte dell’Organizzazione Scout Cattolica Assistenza Ricercati e combatteranno il regime, infatti grazie al loro aiuto più di 2000 persone, ricercate dai nazifascisti tra ebrei, perseguitati politici e chiunque avesse bisogno di fuggire, riusciranno a superare il confine Italiano e raggiungere la Svizzera.
Alla fine della guerra, le Aquile Randagie proteggeranno tedeschi e italiani che furono artefici di violenze, ora ricercati dai partigiani, chiedendo per loro la giusta pena con un giusto processo.
Teresio Olivelli
Teresio Olivelli nacque il 7 gennaio 1916 a Bellagio, sul Lago di Como, e dopo aver frequentato il ginnasio a Mortara e il liceo a Vigevano, s’iscrisse alla facoltà di giurisprudenza dell'Università di Pavia, dove fu anche un alunno del Collegio Ghislieri.
Devoto cattolico, Teresio fu un membro attivo della Fuci, partecipando a ritiri, conferenze e attività, distinguendosi per la sua fede e la sua carità, oltre a far parte dell’Azione Cattolica e della San Vincenzo.
Laureatosi in giurisprudenza nel 1938, Olivelli fu assistente della cattedra di Diritto amministrativo all’Università di Torino, poi un anno dopo vinse i Littoriali di Trieste, una gara di abilità oratoria e di preparazione culturale, con una tesi sulla dignità della persona umana, a prescindere dalla razza.
Da allora il giovane giurista scrisse vari articoli su temi dell’epoca, spesso per il giornale universitario Libro e Moschetto e sulla rivista Civiltà Fascista e tenne conferenze in tutta Italia.
Ma Olivelli, anche se era impegnato su più fronti, non cessò il suo impegno caritativo e di condivisione, aiutando a Torino i poveri del Cottolengo.
Allo scoppio della seconda guerra mondiale, nel febbraio 1941 si arruolò come volontario e in seguito parti per la Russia, dove spesso soccorreva i feriti e gli assiderati, anche a rischio della sua stessa vita.
Tornato in Italia, Olivelli venne fatto prigioniero dai tedeschi, ma riuscì a fuggire e decise di unirsi alla Resistenza Cattolica, dando alle stampe nel febbraio 1944 il giornale Il Ribelle, dedicato a un modello di vita del tutto opposto all’ideologia nazista.
Ma il 27 aprile 1944 fu arrestato a Milano, come esponente di spicco delle associazioni cattoliche milanesi, ostili ai nazifascisti e collaboratrici dei partigiani.
Dopo la prigionia a San Vittore e nel campo di Fossoli, l’11 luglio 1944 il giovane partigiano tentò la fuga, ma venne catturato di nuovo e in seguito trasferito nel campo di Gries (Bolzano), poi a Flossenburg, in Baviera e infine a Hersbruck, dove cercò di dare una mano, nel limite del possibile, ai suoi compagni di prigionia.
Teresio Olivelli morì il 17 gennaio 1945, dopo essere stato picchiato da un kapò, mentre cercava di difendere un giovane prigioniero ucraino brutalmente pestato.
Nel 1989 ebbe inizio il percorso del riconoscimento delle virtù eroiche, autorizzate col decreto del 14 dicembre 2015, poi Teresio Olivelli è stato infine proclamato martire con un decreto che, il 16 giugno 2017, ha condotto alla sua beatificazione nel 2018.