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Pavia al cinema: Facciamo paradiso

  • Paola Montonati

facciamo paradiso paviaNon tutti sanno che, nel 1995, il re della commedia italiana Mario Monicelli fece dell’Università di Pavia la controfigura per quella di Milano nel suo Facciamo paradiso, tratto molto liberamente da uno dei racconti dell’antologia Vite di uomini non illustri di Giuseppe Pontiggia….

 

Cast

Philippe Noiret, Margherita Buy, Lello Arena, Aurore Clément, Marilù Prati, Mattia Sbragia.

Trama

Quando a Milano nel 1949 nasce Claudia Bertelli i genitori, dell'alta borghesia, non la battezzano, fino a quando la bambina non manifesta a sette anni il desiderio di accostarsi al sacramento.

Dieci anni dopo la giovane viene espulsa dal college inglese dove studiava e la famiglie deve andare riprenderla tra gli hippie all'isola di White.

Claudia all'Università di Milano aderisce al movimento studentesco e occupa la facoltà di Lettere dove si innamora del leader Lucio, a cui si offre ma che la delude partendo per Parigi, così la ragazza per ripicca si concede al collega calabrese Pino, detto Calabrone, innamorato di lei.

Mentre vive in un appartamento con la disinvolta svedese Emily, Claudia si dà all'amore libero e partorisce nel 1972 un bambino nero, nel  grande sconcerto dei suoi, poi lavora in una mensa, vende biglietti della lotteria e partecipa ad un gruppo femminista.

Nel 1975 in un teatrino di marionette la giovane conosce Adamo, un guru, che la affascina con le sue sentenze e che sposa e, se la nascita di Eleonora sembra cementare l'unione, Claudia dopo quindici anni si accorge che le frasi del marito sono vuote di senso come la sua vita e si separa. Intanto il padre di Claudia, andato in pensione e ossessionato dalla forma fisica per vedere l'alba del Duemila, spira poco prima del nuovo anno.

Con il denaro dell'eredità paterna Claudia realizza un progetto umanitario in Africa, in cui coinvolge Pino poi, ormai sessantenne, fonda una comunità New Age, mentre la figlia ha sposato un nipote di Bossi e Adamo si è risposato con una musulmana.

L’Università di Pavia

La storia dell’Università parte nel 825, quando l'imperatore Lotario con un capitolare datato da Corteolona riordinò l'istruzione nel Regno Italico e aprì a Pavia una scuola per i giovani dell'Italia settentrionale, che comprendeva insegnamenti di diritto per la formazione di notai e giudici palatini.

La scuola giuridica di Pavia fu famosa in età medievale, ma la fondazione di uno Studium generale risale all'imperatore Carlo IV nel 1361 per ordine di Galeazzo II Visconti, duca di Milano.

Papa Bonifazio IX accordò a Pavia gli stessi privilegi delle Università di Parigi e di Bologna e gli insegnamenti dovevano essere di diritto canonico e civile, di filosofia, medicina e arti liberali.

Agli inizi lo Studio non ebbe vita facile, ma verso la fine del XIV secolo vide l'insegnamento di giuristi eminenti, come Baldo degli Ubaldi.

Il suo prestigio crebbe nel XV secolo, come dimostra la presenza di studenti stranieri, l'insegnamento di Lorenzo Valla e di Giasone del Maino, mentre nel XVI secolo insegnarono studiosi e scienziati come Andrea Alciato e Gerolamo Cardano.

L'età della dominazione spagnola fu un periodo legato al nome di Gerolamo Saccheri, anticipatore delle geometrie non euclidee.

La rinascita dell'Università di Pavia è connessa alla politica dei sovrani della Casa d'Austria, Maria Teresa e Giuseppe II, nella seconda metà del XVIII secolo, con un grandioso programma di potenziamento delle strutture didattiche, di ricerca e di riassetto edilizio, che ha dato alla sede dell'Università l'aspetto attuale.

Fra i docenti più famosi sono da ricordare Lazzaro Spallanzani nelle scienze naturali, Lorenzo Mascheroni nelle matematiche, Alessandro Volta nella fisica, Antonio Scarpa nell'anatomia, Vincenzo Monti e di Ugo Foscolo per la cattedra di eloquenza e di Gian Domenico Romagnosi di diritto civile.

Nel corso del XIX secolo la scuola medica e la scuola matematica pavesi furono illustrate da grandi personalità come i matematici Eugenio Beltrami, Felice Casorati e Luigi Berzolari, Camillo Golgi, docente d’istologia e patologia generale, che ebbe nel 1906 il premio Nobel per i suoi studi sulla struttura del sistema nervoso, mentre Carlo Forlanini ideò i metodi per curare la tubercolosi.

L'attività dell'Università pavese nel XX secolo vide Pasquale Del Giudice e Arrigo Solmi per la storia del diritto, Contardo Ferrini e Pietro Bonfante per il diritto romano, Luigi Cossa e Benvenuto Griziotti per l'economia, gli insegnamenti di storia medievale e moderna di Giacinto Romano e quello di storia antica da Plinio Fraccaro.

Dalla fine della Seconda Guerra Mondiale l'Università di Pavia ha conosciuto un nuovo rilancio, grazie al rettore Plinio Fraccaro e alle nuove facoltà di Economia, Commercio e di Ingegneria.

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