Il Pavese tra le due guerre: L’uovo di Pasqua
La Pasqua, oltre alla colomba, ha come simbolo l’uovo, una consuetudine dalla storia molto antica…
Le origini della simbologia dell’uovo pasquale risalgono a prima della nascita della religione cristiana, i pagani lo vedevano come il cuore della vita, i babilonesi consideravano il cielo e la terra come due parti che unite sembravano un uovo.
Leggende sulla Pasqua
Gli egiziani invece ritenevano l’uovo che fosse il centro dei quattro elementi: terra, aria, fuoco e acqua e, simbolo universale della rinascita e del Cosmo, era ricollegato al mitico uccello Fenice che, secondo la leggenda, prima di morire, preparava un nido a forma d’uovo, dove si adagiava, lasciandosi incenerire dai raggi del sole, poi sulle ceneri nasceva l’uovo dal quale l’Uccello di Fuoco riprendeva vita.
Mentre nei Paesi celtici del nord Europa si facevano rotolare le uova dalla cima di una collina in occasione della festa di Beltane per imitare il movimento del sole nel cielo, la Chiesa Cattolica modificò il rituale per simboleggiare la pietra che rotolava via dalla tomba del Cristo risorto.
La tradizione del dono dell’uovo di Pasqua è documentata già fra i Persiani, dove era diffusa la tradizione dello scambio di uova di gallina all’avvento della stagione primaverile, seguiti nel tempo da altri popoli come gli Egizi, che consideravano il cambio di stagione una sorta di primo dell’anno, i Greci e i Cinesi.
Lo storico delle religioni Mircea Eliade disse che il motivo dell’uovo cosmogonico, attestato in Polinesia, è comune all’India antica, all’Indonesia, all’Iran, alla Grecia, alla Fenicia, alla Lettonia, all’Estonia, alla Finlandia, ai Pangwe dell’Africa occidentale, all’America centrale e alla Costa occidentale dell’America del Sud..
In Russia ed in Svezia sono state trovate uova di creta in molti sepolcri e le statue di Dioniso trovate in Beozia portano un uovo in mano, segno del ritorno alla vita.
Era vietato mangiare uova agli adepti dell’orfismo in quanto questo culto misterico ricercava l’uscita dal ciclo infinito delle reincarnazioni, cioè l’abolizione del ritorno periodico all’esistenza.
Le uova di Fabergè
La tradizione dell’uovo di Pasqua decorato è legata all’orafo Peter Carl Fabergé, che nel 1883 ricevette dallo zar il compito di preparare un dono speciale per la zarina Maria.
L’orafo creò per l’occasione il primo uovo Fabergé, che era di platino smaltato di bianco contenente un secondo uovo, in oro, il quale conteneva a sua volta due doni, una riproduzione della corona imperiale ed un pulcino d’oro.
La fama che ebbe Fabergé contribuì anche a diffondere la tradizione del dono interno all’uovo.
L'uovo di Pasqua oggi
Ma è l’uovo di Pasqua di cioccolato quello che ha avuto la sua maggiore diffusione, soprattutto a partire dal XX secolo e l’aggiunta di un regalo fu probabilmente la molla che ha fatto incrementare la sua popolarità in ambito commerciale e tra i più piccoli.
Fino a pochi decenni fa, la preparazione delle uova di cioccolato era di pertinenza di esperti artigiani cioccolatai, ma poi l’incremento nella richiesta rese necessario un processo di tipo industriale.
La fortuna delle uova di Pasqua è da collegarsi alla presenza, al loro interno, dei giocattoli più in voga del momento, ma spesso il cioccolato passa in secondo piano, come anche la sua qualità.
In alcune aree del mondo la vera tradizione non è ancora stata persa e all’uovo di cioccolata è ancora preferito quello classico della gallina, come tra gli ortodossi, che vedono nell’uovo di cioccolata il simbolo della pura strumentalizzazione consumistica della Pasqua.