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Sant´Angelo Lodigiano e il suo castello

  • Paola Montonati

sant angelo 1Un mattino di metà agosto, viaggiando in quella zona di confine tra la provincia di Lodi e Pavia, ho visitato Sant´Angelo Lodigiano, un’incantevole cittadina collocata alla confluenza del Lambro Meridionale nel grande fiume omonimo, nota per essere, con Lodi, Codogno e Casalpusterlengo, uno dei comuni più abitati della provincia di Lodi. 

Il cuore della cittadina è il suo castello, nato da una serie di opere difensive medievali poste su un’altura.

Il castello fu completato nel 1224, ma subì una grandissima ristrutturazione nel 1370 per Regina della Scala, moglie di Bernabò Visconti, che lo usò come dimora per le vacanze in campagna, rendendolo una struttura che seguiva la pianta dell’architettura militare lombarda, quadrilatera e con torri angolari, con un cortile dallo stampo tipicamente medievale lombardo.

Regina della Scala nel 1383 fece erigere una torre Mastra, oltre a far aprire una serie di suggestive finestre a bifora, il tutto al costo di 100.000 fiorini d’oro, com’è spiegato dalle cronache del tempo.

Nel 1452, con il ducato di Milano che fu conquistato dagli Sforza, il feudo e il Castello vennero regalati da Francesco Sforza, a Michele Matteo Bolognini, che fu investito quello stesso anno del titolo di conte, con il cognome di Attendolo.

In seguito il castello fu al centro delle dominazioni spagnole, austriache e napoleoniche, anche se i proprietari rimasero sempre i Bolognini il cui ultimo discendente, il conte Gian Giacomo Morando Bolognini, verso gli inizi del Novecento fece realizzare una serie d’imponenti opere di restauro.

sant angelo 2Poi, nel 1933, la contessa Lydia Caprara Morando Bolognini, vedova di Gian Giacomo, per ricordare il marito inaugurò la Fondazione Morando Bolognini, che aveva lo scopo di una serie di vari lavori di ricerca e divulgazione in agricoltura, e trasformò il castello in un museo.

Oggi nel castello sono presenti tre musei, il Museo storico-artistico Morando Bolognini, che conserva una serie di arredi e dipinti dal Settecento al Novecento, oltre a varie armature e cancelli in ferro battuto, il Museo del pane, che propone una serie di reperti giunti da ogni parte del mondo sulla storia del pane e dei suoi derivati dalla preistoria fino ad oggi e il Museo lombardo di Storia dell'Agricoltura, con una ricca documentazione, con vari reperti, che vanno dal Neolitico all'età romana, fino a una serie di attrezzi della prima meccanizzazione agricola nel Lodigiano.

A Sant'Angelo si può visitare anche la casa natale di Santa Francesca Cabrini, patrona degli emigranti, con anche un ricco museo e il grande centro di documentazione sulla vita della santa lodigiana.

Dopo aver fondato nel 1880, a Codogno, l'Istituto delle Missionarie del Sacro Cuore di Gesù, Francesca Cabrini tra il 1886 e il 1915 prese parte a una serie di traversate atlantiche, allo scopo di aiutare migliaia di emigranti che in quegli anni partivano in cerca di fortuna in America, oltre a promuovere l’apertura di ospedali, scuole e ospizi fino alla morte, avvenuta a Chicago nel 1917.

Per la sua opera di assistenza e soccorso ai poveri e ai deboli Francesca Cabrini venne santificata nel 1946 e nel 2003 le è stata dedicata la Stazione Centrale di Milano.

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