Skip to main content

Robbio Un angolo di Medioevo lomellino

  • Paola Montonati

robbio 2Robbio, piccolo incantevole centro nel cuore della Lomellina, ha una storia che parte fin dall’età del Bronzo, ma gli archeologici hanno trovato anche una serie di monete e monili dell'epoca romana, oggi conservati nei musei di Novara, Pavia e nel Castello di Scaldasole.

La diocesi di Vercelli, che aveva sostituito il Municipium romano dove era compreso Robbio, in epoca comunale divenne la signoria municipale di Vercelli, che considerava il paese come un avamposto sui propri confini territoriali e per questo collocò un'importante guarnigione militare nel castello, poi distrutto nel 1200 all'epoca delle lotte tra Guelfi e Ghibellini.

Nello stesso periodo i monaci dell'ordine cluniacense fecero edificare una grande basilica, che però fu al centro di sacrilegi, tra cui alcuni omicidi, e che nel 1216 venne distrutta, come riporta l'iscrizione su un pilastro della chiesa.

In epoca rinascimentale, a Robbio visse Bartolomeo Marliano, noto per le sue pubblicazioni e scoperte archeologiche sul Pavese.

Nel Settecento il Marchese Orsini di Roma fu l'ultimo feudatario di Robbio, che da allora seguì prima la storia del Risorgimento e poi quella del Regno d’Italia.

A Robbio da vedere sono la Chiesa di Santo Stefano, quella di San Michele e il Casalè, che si trova al di fuori dell’abitato.

La chiesa parrocchiale di Santo Stefano fu consacrata nel settembre del 1795 ed è stata costruita sui resti dell'antica pieve, la cui adiacente canonica è visibile nei resti incorporati in una dipendenza della casa parrocchiale.

All'interno si trova l’altare barocco della Madonna del Rosario, con i 15 medaglioni dei misteri e i Santi Domenico e Caterina, l'altare di San Bovo e il coro ligneo, provenienti dalla chiesa della Madonna delle Grazie, oltre alle tavole dell'Assunta di Giuseppe Giovenone e le tombe di cinque familiari dell'ultimo feudatario, il marchese Orsini.

La chiesa di San Michele fu edificata in epoca longobarda, ma quella attuale è in stile tardo romanico o primo gotico - lombardo.

All'interno ci sono interessanti affreschi della scuola vercellese, oltre all’altare di San Giuseppe, che porta l'insegna araldica del Comune di Robbio, al di sopra un grande quadro con i santi protettori del paese, San Giuseppe, San Valeriano, San Sebastiano, San Gioachino e San Rocco.

La chiesa fu sempre supportata da un gruppo di piccoli e medio proprietari terrieri che facevano parte della confraternita del SS. Sacramento.

Casalè, che si trova in provincia di Robbio, era un tempo un complesso rurale che comprendeva le chiese di Santa Maria, San Saturnino e San Pietro.

Oggi rimane solo la chiesa in stile romanico di Santa Maria, che all’interno conserva una serie di affreschi di Giovenone il Giovane e della sua bottega vercellese, che raffigurano San Cristoforo, San Sebastiano, San Rocco, San Defendente, San Giovanni Battista, San Michele, Santa Liberata, San Ignazio, Santa Caterina d'Alessandria, Santa Maddalena, Santa Brigida, Santa Chiara, San Gerolamo, Sant’Antonio Abate, Sant’Onofrio, Santa Barbara, Sant’ Anna, Santa Lucia, Sant’Agata, Santa Caterina da Siena, la Madonna con bambino con San Bernardo da Chiaravalle, Santo Stefano, San Lorenzo, la Morte e San Francesco d'Assisi.

Pin It