I castelli del Nord Italia: Castello Sforzini
Maestoso e solenne, cosi mi è comparso, in un caldo giorno d’ inizio estate, il Castello che l’imprenditore Luca Sforzini ha acquistato per restaurarlo e restituirlo alla collettività come un grande centro di elaborazione culturale e artistica per il territorio.
Definito un esploratore di bellezza Luca Sforzini, esperto d’Arte, il 12 aprile ha completato gli atti del passaggio di proprietà del maniero a Castellar Ponzano, documentato fin dal 1184, ai piedi delle colline tortonesi in provincia di Alessandria, rimasto per decenni sostanzialmente dimenticato.
Storia del castello Sforzini
Il Castello, sorto dopo l’anno Mille su un sito il cui nucleo originario è del periodo romano, ha una posizione strategica lungo la via Postumia a presidio del fiume Scrivia e dell’antica rete idrica costruita per rifornire la città di Tortona.
La grande Storia è passata dal Castello di Castellar Ponzano, di forma trapezoidale nel suo nucleo originario da cui poi si sviluppò il paese, infatti fu nei secoli proprietà di nobili famiglie, come i Ponzano, ,che diedero il nome al paese e la cui presenza è testimoniata a partire dal XII secolo, e i Balbi che ne assunsero la proprietà agli inizi del XVI secolo.
Documenti storici, testimonianze illustri e leggende tramandate nel tempo legano le vicende del fortilizio alle dominazioni dei Romani e dei Longobardi e all’epopea del Barbarossa, vi attestano la presenza di monaci cistercensi e quella di Templari e Cavalieri di Malta, indicano il passaggio di Dante Alighieri e l’interessamento di Carlo IV, testimoniano gli interventi dei Visconti e degli Sforza e raccontano le rivalità locali tra Guelfi e Ghibellini.
Persino Napoleone Bonaparte, il 14 giugno 1800 vinse la battaglia di Marengo contro gli austriaci grazie ai rinforzi che rimpolparono le fila dell’esercito francese dopo aver attraversato lo Scrivia nei pressi del Castello, e grazie all’aiuto del parroco giacobino Don Guasone, la cui famiglia fu proprietaria del Castello tra il ‘700 e la metà del ‘90
Il Castello poi era diventato una tranquilla residenza di campagna di proprietà Taroppio dagli anni Settanta del Novecento fino all’aprile 2022, quando lo ha rilevato Luca Sforzini.
Il logo del castello Sforzini
Sforzini ha ideato anche un nuovo logo del Castello Sforzini di Castellar Ponzano, come racconta in questa dichiarazione di intenti "Partendo dai colori abbiamo il nero: l' "opera al nero", la nigredo, le tenebre da cui inevitabilmente dobbiamo passare per poi dar spazio alla luce; che infatti puntualmente giunge con il giallo: la citrinitas, l' "opera al giallo", la consapevolezza, la rinascita, il colore del sole, il Sol Invictus. C'è un ouroboros: il serpente primigenio, l'eterno divenire, il passato, il presente e il futuro in una loro continuità. Ci sono ovviamente la sagoma del castello e la costellazione dell'Orsa maggiore, costituita da sette stelle. Sette come i colli su cui originariamente era costruita la città di Tortona, esattamente come Roma (Tortona "la piccola Roma"); sono colli che nel corso dei secoli si sono consunti e di cui si è persa forse anche memoria se non presso gli storici più attenti. Sette come i sette giorni della Creazione, i primi sette versetti del Corano, i 7 Metalli alchemici, i 7 Pianeti sacri. Potremmo qui parlare dell'Ankh egizio, ma andremmo veramente troppo oltre. Le stelle sono qui rappresentate a 7 punte, come eptagrammi, e non è un caso. C'è il motto di Ludovico il Moro, Ludovico Sforza: "MERITO ET TEMPORE", che potremmo tradurre come "con merito, con i propri talenti, ma anche con impegno e lavoro costante" e "al tempo giusto". Ogni cosa a suo tempo, il tempo è galantuomo. Ludovico il Moro abbinava questo suo motto a una scopetta, una ramazza, con la quale voleva dare un messaggio politico: mettere ordine, spazzar via le brutture in quello che era l' allora Ducato di Milano. Potremmo tradurre con "Ordo ab chao". Ovviamente in questo simbolo, che ha una lettura essoterica ed una lettura esoterica, c'è un programma di lavoro per il Castello. Il Castello deve essere un luogo, in futuro, negli anni a venire, in cui possano trovarsi a loro agio e venire come a casa loro tanto gli Scout con il sacco a pelo come il Duca di Kent in smoking. E non sono due esempi fatti a caso. Quindi, per chi mi intende: "un sistema morale velato da allegorie e illustrato da simboli".
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