Palio dell’Urmon 2022 a Robbio
Domenica 4 settembre a Robbio, in provincia di Pavia, c’è il grande ritorno dello storico Palio dell’Urmon.
Il Palio dell’Urmon è una manifestazione popolare nata nel 1985 allo scopo di ricordare un secolare e gigantesco olmo (Urmòn in dialetto) che era diventato, negli anni, il vero simbolo della comunità robbiese, composta da oltre seimila persone.
Parte dell’Urmon, la manifestazione che cade nel periodo tradizionalmente riservato alla festa patronale, cioè la prima domenica di settembre, l’evento si è subito caratterizzato per una grande capacità di coinvolgimento di tutta la popolazione robbiese.
Cuore dell’evento è una grande sfilata, costituita dalle rievocazioni storiche organizzate dagli otto rioni, alle quali ogni anno si aggiungono elementi folcloristici sempre diversi.
La Corsa con le Carriole, l’evento sportivo che assegna il Palio, si svolge con partenza da Piazza Libertà, con arrivo nella stessa piazza, passando per un percorso cittadino fatto di asfalto, porfido, curve e marciapiedi.
Tutte le carriole, interamente in legno e con ruota lastricata in metallo, sono caricate con un sacco di sabbia per un peso totale (carriola + sacco) di 100 chilogrammi.
I giochi del palio coinvolgono adulti e bambini.
Venerdì 2 settembre, dalle 19, comincia poi la Notte Bianca & street food e domenica 4 settembre, dalle 16.30, sono previsti il corteo storico, sfida del Palio dl’Urmon: corsa delle carriole. I festeggiamenti proseguono con street food e maxi paniscia.
La storia di Robbio
La città di Robbio, tra il fiume Sesia e il torrente Agogna, è una delle più antiche e suggestive della Lomellina.
La sua storia parte dall’epoca degli antichi Romani, quando venne stanziata in quelle terre, allora dominate dai Celti, la colonia di Raudo, che con il passar dei secoli divenne un vero e proprio villaggio.
Nel IX secolo d. C. il piccolo borgo fu annesso al territorio del Vescovo di Vercelli, che ne fece una delle sue signorie.
Da allora, Robbio fu contesa a lungo tra gli abitanti di Pavia e Vercelli, che spesso giunsero a usare le armi per far valere i propri diritti sul centro abitato.
Finalmente, nel 1245 fu il vescovo di Vercelli Martino Avogadro a conquistare Robbio, dopo un lungo assedio che durò mesi.
Con l’arrivo dei Savoia nella provincia di Vercelli, la storia di Robbio prima diventa quella del Regno di Sardegna dal Trecento fino alla fine della seconda guerra d’indipendenza, poi è assimilata nel gran numero di storie piccole e grandi del Regno d’Italia e dopo la seconda guerra mondiale dell’Italia contemporanea.
Il cuore di Robbio è da sempre il gran numero di testimonianze legate al Medioevo, quando la presenza del Vescovo di Vercelli era particolarmente forte negli usi e costumi locali.
La prima, di un certo rilievo, è la chiesa di San Valeriano, che era gestita da un piccolo gruppo di monaci di Cluny, che presenta una facciata di mattoni in laterizio e accanto i resti di un monastero, demolito nel XII secolo.
Subito dopo si trova la chiesa di San Pietro, costruita nel XII secolo, con al suo interno una serie di affreschi del XVI secolo del pittore Tommasino da Mortara, mentre nel centro storico è presente la chiesa di San Michele, affrescata con dipinti del Settecento e con una cappella consacrata a San Giuseppe.
Al centro del borgo si trova il medievale Castello dell’Arca, oggi di proprietà privata, mentre accanto sono poste la chiesa parrocchiale di Santo Stefano, della fine del Settecento, e una chiesetta del Cinquecento consacrata a San Rocco, patrono della Lomellina.