Vigevano e Monza, l'altare di Stefano De' Fedeli e i fondi oro di Rosasco
Un'esposizione unica dedicata a una figura affascinante e poco conosciuta dell'arte lombarda, Stefano de’ Fedeli, e alla preziosa collezione di tavole fondo oro provenienti da Rosasco, sarà protagonista della mostra "Vigevano e Monza: l’altare di Stefano de’ Fedeli e i fondi oro di Rosasco". L'evento, organizzato dal Museo del Tesoro del Duomo di Vigevano, si terrà dal 5 ottobre al 29 dicembre 2024 presso la sede in Piazza Sant'Ambrogio a Vigevano.
Questa iniziativa culturale, nata dalla collaborazione tra il Museo del Tesoro del Duomo di Vigevano e il Museo e Tesoro del Duomo di Monza, è resa possibile grazie al contributo di Regione Lombardia. La mostra non solo valorizza il patrimonio artistico lombardo, ma racconta anche una storia che intreccia le città di Vigevano e Monza, coinvolgendo la famiglia Visconti e attraversando secoli di storia e arte.
La scoperta delle tavole fondo oro 🎨
La curatrice del museo, Nicoletta Sanna Nai, ha portato alla luce una vicenda ricca di arte, storia e spiritualità, legata a sei tavole dipinte del 1300. Queste opere, rimaste per molti anni a Rosasco, sono oggi finalmente esposte al Museo Diocesano di Vigevano, offrendo al pubblico una rara occasione di ammirare capolavori della pittura lombarda.
La storia dei fondi oro di Rosasco 📜
La storia delle tavole fondo oro ha inizio nel 1870, quando i coniugi Visconti di Saliceto fecero costruire un asilo per i figli dei contadini di Rosasco, affiancato da un oratorio decorato con sei tavole preziose. Le opere rimasero nell'oratorio fino al 1965, quando furono trasferite per un restauro a cura di Giuseppina Brambilla, la stessa restauratrice che aveva lavorato sul Cenacolo di Leonardo.
Dopo il restauro, le tavole ritornarono a Rosasco, ma furono collocate in un caveau bancario e successivamente trasferite in una stanza blindata del palazzo municipale, dove rimasero fino al 2024, anno in cui furono definitivamente spostate a Vigevano per essere esposte al pubblico.
La mostra di Vigevano: un progetto unico 🏛️
Il cuore dell'esposizione ruota attorno alla ricostruzione del registro inferiore del polittico di San Giovanni decollato del Duomo di Monza, realizzato da Stefano de’ Fedeli nel 1478. Il polittico fu smembrato nel corso dei secoli e alcune delle sue tavole si trovano ancora al Museo del Duomo di Monza, mentre altre sono misteriosamente scomparse.
Tra i fondi oro provenienti da Rosasco, lo studioso Miklòs Boskovits, uno dei maggiori esperti di arte medievale al mondo, ha identificato una tavola raffigurante Santa Caterina d'Alessandria e San Benedetto da Norcia, che costituisce il completamento della parte inferiore dell'altare. Questa tavola, insieme a due opere provenienti da Monza raffiguranti San Pietro, San Paolo e la decapitazione di San Giovanni Battista, ricomporrà l'ancona, che sarà esposta per la prima volta a Vigevano.
Gli interventi di restauro e le opere in mostra 🎨
Durante la mostra sarà presente anche l'ultima restauratrice delle opere, Roberta Grazioli, che ha lavorato a fianco di esperti per restituire il giusto splendore a queste tavole storiche. Tra i capolavori esposti, spiccano due tavole di Paolo Veneziano e altre opere di autori anonimi, tutte accuratamente restaurate e analizzate dai più rinomati studiosi del settore.
L'intero progetto espositivo è reso possibile grazie alla collaborazione tra la Diocesi e il Comune di Rosasco, che ha concesso in comodato d'uso gratuito le sei tavole per 15 anni. Il sindaco Riccardo Berzero Taccone ha sottolineato l'importanza di questa operazione, che ha permesso di portare alla luce opere quasi sconosciute nel territorio lomellino.
Le tavole, risalenti al periodo compreso tra l'inizio del 1300 e la seconda metà del XV secolo, erano state conservate in un ambiente sicuro dal punto di vista della protezione dai furti, ma non dal punto di vista conservativo. Grazie alla sinergia tra la Diocesi di Vigevano, la Diocesi di Monza, i rispettivi musei diocesani e la Fondazione Gaiani, queste opere sono ora pronte per essere ammirate dal pubblico.