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Tortona Tra arte e spiritualità

  • Paola Montonati

tortona 1Appena passato il confine tra la Lombardia e il Piemonte, a pochi chilometri dal Pavese, tra le colline si trova la città di Tortona, con una lunga storia che parte da quando, con il nome di Derthona, era una colonia dei Liguri.

Fu però in epoca romana, in particolare nel periodo imperiale, che, grazie alla sua collocazione strategica, fu al centro delle più importanti vie di comunicazione nella zona tra Piacenza e Genova, collegate dalla Via Postumia, con città come Acqui Terme (l’antica Aquae Statiellae), Asti (Hasta), Torino (Augusta Taurinorum) e le Alpi, poi sotto Ottaviano venne ribattezzata Iulia Derthona.

Tortona in età comunale divenne centro di scambi commerciali, sulla strada tra Genova e la Pianura Padana.

Questa nuova prosperità inasprì la rivalità con Pavia, sostenuta dal Barbarossa, sino allo scontro, il 18 aprile 1155 i Tortonesi furono costretti alla resa e come conseguenza ci fu l’abbattimento delle mura e delle torri.

Dopo varie controversie, intorno nel 1347 Tortona venne invasa dalle truppe di Luchino Visconti e, successivamente, degli Sforza.

Quando gli Spagnoli ricevettero la signoria di Milano nel XVI secolo, Tortona fu il baluardo per la difesa del confine meridionale del Ducato, così il forte visse un ammodernamento e un rafforzamento per diventare idoneo all’impiego dell’artiglieria.

Due secoli dopo, agli inizi del XVIII secolo, con la guerra di successione spagnola, Tortona cadde sotto il dominio austriaco, fino a quando Carlo Emanuele III di Savoia l’annesse al Regno di Sardegna.

Con Napoleone, che aveva chiesto ai Piemontesi la cessione della città nell’armistizio di Cherasco, Tortona fu la piazza del deposito dell’Armata d’Italia, presso la tenuta di Torre Garofoli venne stabilita la sede del quartier generale di Napoleone nella battaglia di Marengo del 14 giugno 1800 e fu anche il luogo dove morì il generale Desaix, artefice della vittoria napoleonica.

I nuovi accordi politici stipulati con lo Zar portarono Napoleone a distruggere il forte di Tortona e della fortezza oggi rimane solo la torre, ancora oggi simbolo della città.

Nel 1814 Tortona tornò ai Savoia, cui seguì un periodo di floridezza economica, espansione demografica e rinnovamento edilizio, con il Teatro Civico e i Portici della Via Emila, tra le opere più importanti.

Tra i monumenti più noti ci sono l’Abbazia di Rivalta Scrivia, il Santuario della Madonna della Guardia e il Teatro Civico.

La chiesa di Rivalta Scrivia è l’unica sopravvissuta del complesso abbaziale dei monaci cistercensi, insediatisi in questa località nel 1180, con  una caratteristica architettura cistercense tra il romanico lombardo e il gotico francese.

L'elemento più noto è l'apparato di affreschi risalenti alla seconda metà del XV secolo, poi recuperati durante i restauri del 1941-42. 

Vicino all'abbazia, nella metà del XVII secolo, venne edificata un'imponente residenza nobiliare di cui si possono ancora vedere gli ampi loggiati.

Il Santuario della Madonna della Guardia si trova nel rione San Bernardino è venne costruito nel 1931, grazie alla volontà di Don Orione, nel luogo dove c’era una chiesa dedicata alla Beata Vergine delle Grazie, davanti a cui, nel 1418, aveva predicato San Bernardino da Siena.

Don Orione, nel 1893, fondò il suo primo collegio per ragazzi a Tortona e durante la prima Guerra Mondiale fece il voto di costruire un grande santuario mariano.

tortona 2Il Santuario venne solennemente consacrato il 24 agosto 1931 e il 1 ottobre 1991 Papa Giovanni Paolo II ne decretò il titolo di Basilica. Vi sono conservate le spoglie di San Luigi Orione, fondatore della Piccola Opera della Divina Provvidenza.

Il Teatro Civico venne edificato nel 1836 su un progetto dell'ingegnere tortonese Pietro Pernigotti.

L'interno, a tre ordini di palchi, è decorato da fregi e stucchi, mentre il pittore-scenografo torinese Luigi Vacca è l’autore del sipario storico con Orfeo ed Euridice e del medaglione centrale della volta dedicato alle Muse.

Il 2 maggio 1838, dopo due anni dall'inizio dei lavori e sebbene molto provata dalla terribile epidemia di colera scoppiata proprio nel 1836, la città di Tortona inaugurò il suo teatro.

Seguono cent'anni di ricca attività artistica, con più di 80 stagioni, poi la chiusura nel 1952

Il 2 maggio 1990, dopo un meticoloso intervento di restauro conservativo, il Teatro Civico di Tortona è tornato a essere un patrimonio della comunità tortonese, godibile nella sua eleganza neoclassica, ma anche importante strumento di promozione culturale e di aggregazione sociale.

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