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Ovada: Nel cuore dell’Alessandrino

  • Paola Montonati

ovada 1Tra le dolci colline dell’Alessandrino, a pochi chilometri dal confine con il Pavese, si trova la cittadina di Ovada, che unisce in un inedito connubio le tradizioni architettoniche del Piemonte e della Liguria.

Un tempo il borgo venne abitato da popolazioni Celto-liguri, poi divenne un Castrum costruito dai Romani a difesa dei guadi.

Nell'atto di fondazione dell'Abbazia di San Quintino di Spigno, del 911, firmato dai Marchesi Aleramici, compare il nome di Ovada per la prima volta.

Ceduto dai Marchesi Aleramici ai Marchesi Del Bosco, il borgo divenne un importante tappa lungo la via del sale e un territorio di Genova nel 1217.

Dal 1277 fu un dominio dei Malaspina, ma rimase fedele alla Repubblica di Genova e per questo venne premiato con la concessione nel 1327 degli Statuti che gli riconoscevano ampie libertà e accordavano consistenti esenzioni fiscali.

Nel XIII secolo la popolazione ovadese si ridusse di quattro quinti a causa di un’epidemia di peste.

Ovada fu per breve tempo un dominio dei Visconti, ma fu restituita alla Repubblica di Genova nel 1358.

Nel 1452 fu un feudo dei Campofregoso, passò poi ai genovesi Doria e in seguito il duca di Milano Francesco Sforza lo infeudò prima ai Trotti poi agli Adorno che lo avevano appoggiato nella lotta contro Genova.

Verso il Seicento Carlo Emanuele I di Savoia, fiancheggiato dai francesi, occupò Ovada .

I primi anni del XVIII secolo  videro  la cittadina finire sotto il dominio sabaudo, ma il duca Vittorio Amedeo II inaugurò una politica riformista che permise a Ovada di godere di un periodo di grande sviluppo economico.

Sotto Napoleone si diffusero nuove idee e scoperte scientifiche, come la vaccinazione antivaiolosa, che il medico Francesco Buffa introdusse nella cittadina.

Nel 1815 il Congresso di Vienna unì la Liguria al Regno Sabaudo e poco dopo il borgo di Ovada divenne parte della Provincia di Acqui e da allora la sua storia è quella dell’Italia risorgimentale e poi unita.

Il comune offre una serie di edifici di grande interesse artistico, come la casa natale di San Paolo della Croce e la moderna chiesa a lui consacrata, la parrocchia di Nostra Signora Assunta del XVIII secolo, con i suoi due caratteristici campanili visibili dalle colline dei dintorni, la Loggia di San Sebastiano, usata per varie iniziative culturali, il teatro Splendor, con rassegne teatrali particolarmente apprezzate, i numerosi palazzi settecenteschi come Palazzo Maineri, sede della biblioteca civica e Palazzo Delfino, sede dell’amministrazione comunale.

Non mancano le aree verdi come il Parco Villa Gabrieli, che offre non solo la possibilità di ristorarsi all’ombra dei suoi grandi alberi, ma anche di osservare piante di ogni tipo e delle più svariate origini.

Mentre il più recente Parco Comunale Sandro Pertini, prima, patrimonio della Madri Pie Franzoniane e oggi proprietà del Comune, è diventato meta di svago per grandi e piccoli, che trascorrono i pomeriggi estivi al fresco delle fontane del parco.

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