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Rivanazzano Terme, tra storia e relax

800px rivanazzano terme castello nazzano4Fiorente centro agricolo sulle colline dell’Oltrepò Pavese, Rivanazzano Terme oggi è un’importante meta turistica per gli amanti delle cure termali.

Il sottosuolo di Rivanazzano infatti custodisce sorgenti di acque salso-bromo-iodiche e sulfuree dalle proprietà terapeutiche, cosi la recente amministrazione ha completato il nome del paese con l’appellativo Terme, simbolo della più importante caratteristica della cittadina.

Anticamente conosciuta come Vico Lardario, citata prima dell’anno mille come un luogo per l’allevamento di suini nel medioevo, poi come Ripa di Nazzano, e infine Rivanazzano, fino al XVII secolo la cittadina fu cinta da mura che proteggevano il castello, di cui oggi resta l’antica torre.

Rivanazzano era il teatro di aspre contese con Voghera, per l’utilizzo delle acque dello Staffora e cosi fu ripetutamente occupato dalle bande che saccheggiavano i territori dell’Appennino.

Fu poi un feudo dei Malaspina e, dopo diverse vicende, divenne un possedimento dei Rovereto, marchesi di Genova, che erano i proprietari di alcuni edifici del comune.

Nel territorio di Rivanazzano c’è anche il Castello di Nazzano, che domina la Valle Staffora, fortificato da Gian Galeazzo Visconti, che ricopriva il ruolo fondamentale di avamposto dell’Appennino, sempre rivolto verso la pianura.

​In piazza Cornaggia, cuore del paese, si trova il Comune di Rivanazzano, un palazzo in stile neogotico, progettato dall’ingegnere Dionigi Pozzoli di Voghera, i cui lavori iniziarono nel 1906 e terminarono il 24 marzo 1909, ma solo il 16 ottobre 1910 vi fu l’inaugurazione ufficiale.

L’edificio è dotato di porticati ad arco acuto e finestre bifore al piano superiore, al cui centro spicca una balconata sormontata dalla torre dell’orologio, oltre che dalle merlature a coda di rondine che contornano tutto il tetto.

In una sala del comune è posta una targa che ricorda la realizzazione del municipio, mentre on quella consiliare è conservato un affresco raffigurante Nostra Signora della Neve trasportato su tela e recuperato da una chiesa, che si trovava dove oggi c’e il palazzo.

L’opera del XVI secolo fu dipinta per volontà della popolazione ed è conservata da anni nelle sale del municipio, come riferisce un atto del 22 luglio 1843, su un sussidio alla popolazione per l’adempimento della festa della Signora della Neve, dove si racconta di un voto fatto nel 1501 per festeggiare la festa della Madonna della Neve, come segno di ringraziamento della liberazione da una pestilenza che aveva afflitto la comunità.

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