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Oramala e i suoi mille anni

 

In Val di Nizza, nell’Oltrepo’ Pavese, da oltre mille anni le pietre del castello di Oramala ci guardano…

 

oramalaIl primo documento che cita Oramala risale al 1029: il diacono Gerardo dona al marchese Ugo degli Obertenghi, insieme ad altri beni, la rocca di Oramala. Questa passa ad Alberto Azzo I e a Oberto Obizzo che vi risiede e nel documento del 1056 viene nominato il suo vassallo Rustico da Oramala. Con il termine rocca, Oramala è individuata come fortificazione sulla sommità del monte.
Il castello passa per un breve periodo sotto il dominio dei marchesi d’Este (1157) e del Vescovo di Tortona,  ma nel 1164 Federico Barbarossa riconsegna il possedimento ai Malaspina.

Tra la fine del XII e l’inizio del XIII secolo la corte di Oramala vive il periodo di maggior splendore.
Nel XIII secolo inizia il declino, anche a causa del continuo frazionamento del patrimonio tra gli eredi dei Malaspina.

Nel 1474 il marchese Manfredi, figlio di Nicolò Malaspina, ottiene il permesso da Ludovico il Moro di fortificare la torre, che assume una forma semi circolare, con dei muri spessi più di due metri e numerose feritoie per l’artiglieria. Oramala rimane in possesso dei Malaspina fino al XVIII secolo.

Nel 1753 Giovanni Malaspina consegna vari feudi tra i quali Oramala al Regno di Sardegna. Il castello viene descritto come una costruzione in stato di degrado, che comprende: la torre con quattro stanze, il cortile tra le alte mura, la cappella, le carceri e un locale sotterraneo.Nel periodo di maggior declino viene utilizzato anche come cava per il materiale edilizio.
Nel 1985 per volontà dei fratelli Panigazzi, inizia l’opera  di ricostruzione delle parti crollate della struttura. Le porte del castello di Oramala, sono state riaperte al pubblico oggi,  lunedì 1° aprile in occasione della Pasqua e dal 7 aprile  sarà visitabile ogni domenica.

Immerso nei boschi dominati dai castagni e collocato su uno sperone roccioso, il castello è affacciato sulla valle di Staffora. In realtà ciò che viene considerato il castello corrisponde solo alla rocca mentre buona parte del complesso è andato perduto.

La pianta del castello è a forma quadrata, con una torre in pietra che lo domina e un gran corpo di fabbrica. La torre, risalente alla prima metà del Quattrocento, ha una pianta a semicerchio che è appoggiata su un rettangolo. Il portale d’ingresso della rocca ha un arco ribassato ed è dotato di una saracinesca. Al di sopra troviamo la cappella di Sant’Eufemia, risalente al XIII secolo. Nell’ala settentrionale vi è un locale che si ritiene fosse usato come prigione.

Dell’antico maniero a pianta quadrangolare, sarà possibile visitare la torre, di forma particolare (un semicerchio appoggiato ad un rettangolo) e risalente alla prima metà del Quattrocento, stessa epoca in cui le mura vengono rafforzate raggiungendo lo spessore di quasi 2 metri e mezzo. Al suo interno, alcune stanze arredate con mobili d’epoca sono allestite a sede museale, ma il vero spettacolo è dalla sua cima, da dove è possibile godere di un panorama a 360° sull’Oltrepò e sui territori delle Quattro Province.

Si potranno visitare le ampie sale del castello: la “caminata”, le sale residenziali, le prigioni nell’ala settentrionale, la cappella gentilizia dedicata a Sant’Eufemia, risalente al XIII secolo, e anche scoprire l’accesso al passaggio segreto.

Si incontreranno i personaggi importanti che hanno soggiornato al castello, i trovatori medievali, le leggende, le tradizioni legate alla storia dei Malaspina e sarà possibile ammirare il museo della cultura contadina.

Visitabile ogni domenica dalle 10,00-12,00 e 14,00-19,00 partenza ogni ora per le visite guidate.

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