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Festa della donna, evento gratuito al Castello Visconteo di Pavia

  • Paola Montonati

fuoridallombra paviaPer la Giornata Internazionale della Donna, l'Assessorato alle Pari Opportunità di Pavia propone un evento gratuito aperto a tutta la cittadinanza, dal titolo Fuori dall'ombra: donne pavesi che hanno lasciato il segno, che si terrà mercoledì 8 marzo 2023 alle 17:15 presso il Castello Visconteo.

L'iniziativa, a cura di OltreConfine Onlus, sarà un incontro in cui verranno  descritte, con l'ausilio di immagini e foto, le vicende di tre donne pavesi come Andriola De Barrachis, Lina Sannazzaro e Adelaide Cairoli che, grazie alla loro intelligenza, ingegno e tenacia, sono emerse dall’ombra del mondo degli uomini,  attraversando i secoli e divenendo un esempio per le donne contemporanee pavese e non solo.

Le tre donne dell'evento

Se Adelaide, madre dei fratelli Cairoli, è un nome ben noto nella storia del Risorgimento di Pavia e dell’Italia del secondo Ottocento, le altre protagoniste dell’evento sono legate dalla comune devozione per l’arte, in due secoli molto diversi.

Infatti nel Rinascimento pavese Andriola de Barrachis era la badessa del monastero benedettino di San Felice di Pavia e fu la committente degli affreschi del refettorio, oltre che della ricostruzione e decorazione del chiostro.

Le tavole a lei attribuite dei Musei Civici di Pavia, con scritto il nome di Andriola e la data del 1489, andavano a comporre pare la parte centrale e la cimasa di un polittico e vi sono raffigurate alcune monache, tra cui una più anziana, forse un ritratto della badessa.

Allora questi cenobi femminili divennero il luogo di espressione artistica del tempo, come nel caso del gruppi di monache che miniavano e trascrivevano i codici, ancora nella seconda metà del Quattrocento e fino all’avvento della stampa nel Cinquecento.

Fu invece nel 1897 che la diciannovenne Lina Sannazzaro si diplomò, con medaglia d’oro, all’Ecole Nationale d’Art Décoratif di Nizza.

Quando la genovese Lina poco tempo dopo conobbe Alfonso Marabelli fu amore a prima vista, i due si sposarono e lei lo seguì a Pavia.

Fino alla morte di lui, avvenuta nel 1937 a 59 anni, la coppia visse nella villa-studio di via Nazario Sauro, oggi per loro volontà sede dell’Ar.Vi.Ma.

In una foto in bianco e nero scattata nell’atelier di Alfonso, tra le sculture, con il gesso del monumento ai Caduti e quello al Premio Nobel Camillo Golgi, oggi nei cortili dell'Università, si intravedono i numerosi ritratti femminili dipinti da lei.

Lina si fece notare in città per il suo abbigliamento eclettico e i cappelli a larghe tese come richiedeva la moda europea degli anni Trenta e oggi di lei restano vari ritratti e autoritratti dallo stile Novecentisti, sulla falsariga dei lavori di Tamara de Lempicka.

Se si esclude la partecipazione all’Esposizione internazionale di Venezia con Ritratto di signorina, l’attività di Lina rimase per tutta la vita confinata a Pavia e nella sua provincia.

Il programma

Terminato il racconto, i partecipanti saranno accompagnati in una visita guidata attraverso le sale dei Musei Civici dove potranno vedere alcune opere strettamente connesse alle donne presentate dalle tematica e dal soggetto.

Dopo la visita guidata ai presenti sarà offerto un aperitivo a cura di APOLF- Agenzia Provinciale per l'Orientamento, il lavoro, la Formazione attiva da diversi anni nello sviluppo del sistema sociale, culturale educativo e produttivo della Lombardia e in particolare di Pavia

Per informazioni e prenotazioni si può telefonare al numero 375.5709240 oppure si può scrivere  una mail all'indirizzo: visiteguidate@vieniapavia.it

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