Cucina dal mondo: Sudafrica
Una delle nazioni africane più note, il Sudafrica ha il soprannome di Nazione Arcobaleno per la sua varietà etnica e culturale, che ha creato un mondo a parte ricco di subculture non solo di origine tribale, ma anche suburbane.
Ci sono infatti nel paese ben undici lingue ufficiali, un numero sterminato di religioni e gruppi etnici, residui di epoca coloniale in funzione dei quali ci sono discendenti portoghesi, britannici e olandesi, conosciuti anche con il nome di boeri, oggi imparentati con popolazioni importanti della zona, come i discendenti degli schiavi dalle altre parti dell’Africa, tribù indigene autoctone, soprattutto i bantu, commercianti indiani, cinesi e arabi.
Dopo l’epoca coloniale, il Sudafrica visse una transizione in un’indipendenza sotto il segno dell’apartheid, prima di diventare una repubblica negli anni Sessanta.
Anche il clima e i paesaggi in Sudafrica sono molto vari, ed è per questo che le risorse alimentari, mescolatesi nei secoli ai vari sistemi di cucina e all’importazione di nuove specie vegetali e animali, sono molto varie e particolari.
I piatti sudafricani
Per quanto riguarda il cibo, oltre ai piatti con una forte influenza indigena, troviamo contaminazioni britanniche, portoghesi, fiamminghe, indonesiane, per via dell'incontro tra le colonie olandesi, tedesche e francesi, fino alle forti influenze della cucina indiana, specie attraverso i curry sudafricani.
Molto noti sono i biltong e i droewors, sottili fette essiccate di carne varia, non di rado antilope, e piccole salsicce arricchite con aceto, sale e coriandolo.
L’influenza indiana e indonesiana si trova racchiusa nel Cape Malay Curry, un piatto a base di zafferano, coriandolo, cannella e peperoncino, riso, pollo, miele locale, mentre un’altra specialità locale è il malva pudding, una ricetta anglo-olandese composta da farine varie, marmellata di albicocche e crema fatta in casa, preparata soprattutto per i pranzi domenicali.
Invece lo shisa nyama e la versione zulu del barbecue, nata a Johannesburg, e non si tratta solo di cibo ma di un’esperienza più completa che include musica ad alto volume, danze e canti mentre si aspetta la carne e la si consuma.
Molto comune nella regione del Durban è il bunny chow, un lungo e soffice sandwich con curry piuttosto piccante, che può contenere diversi tipi di carni o essere vegetariano, con legumi e pomodori.
Da non perdere è il bobotie, uno sformato di carne macinata, piena di spezie, frutta essiccata, uova e latte grasso.
In Sudafrica la carne è molto apprezzata, specie le salsiccie, essiccate e simili al salame che sono fresche da cuocere sulla brace o da aggiungere alle zuppe ed esiste anche un gran numero di bevande fermentate, sia a base di frutta che di latte, alcune delle quali particolarmente amate dai turisti e i viaggiatori.
Anche la pasticceria è particolare in questa zona, come dimostrano gli hertzoggie e i koeksister, che sono dolci di origine ebraica.